Whistleblowing

Whistleblowing obbligatorio dal 17 dicembre: cosa cambia per le aziende

Dal 17 dicembre, un nuovo capitolo nell’etica aziendale e nella tutela dei lavoratori prende vita con l’avvio dell’obbligo del whistleblowing per le aziende private che impiegano almeno 50 dipendenti. Questa nuova normativa si configura come l’attuazione della direttiva europea dedicata alla protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e delle normative nazionali. Il termine “whistleblowing”, che letteralmente significa segnalazione, ora implica che i datori di lavoro debbano implementare dei tool affinché i dipendenti possano segnalare in modo anonimo e protetto eventuali illeciti riscontrati durante la propria attività lavorativa.

La portata della normativa

Mentre in passato queste normative erano previste principalmente per i dipendenti pubblici, da quest’anno si estendono anche al settore privato. Le grandi aziende si sono adeguate a luglio, ma ora l’obbligo coinvolge anche le imprese con più di 50 dipendenti. Il Decreto Legge n°24/2023 specifica i tipi di illeciti rilevanti ai fini della segnalazione, che vanno dall’ambito amministrativo a quello contabile, e comprendono questioni civili e penali. Tuttavia, non saranno accettate segnalazioni legate agli interessi personali dei dipendenti o alle dinamiche individuali del loro rapporto lavorativo, eccetto i potenziali casi di mobbing.

Divieti e sanzioni per comportamenti ritorsivi

Il decreto stabilisce anche i comportamenti ritorsivi vietati verso coloro che segnalano le irregolarità:

  • Licenziamento
  • Sospensione, anche di natura disciplinare o misure analoghe
  • Mancate promozioni o retrocessioni di grado
  • Cambiamento delle mansioni
  • Trasferimento
  • Modifiche dell’orario di lavoro
  • Ostracismo, molestie, discriminazione e trattamento sfavorevole
  • Mancato rinnovo o risoluzione anticipata di contratti a tempo determinato

Responsabilità dei datori di lavoro

I datori di lavoro, sia nel settore pubblico che in quello privato, devono istituire procedure e canali di comunicazione interni che facilitino le segnalazioni. È cruciale che denunciare illeciti non diventi problematico o pericoloso per il dipendente, al fine di evitare ripensamenti. Garantire l’anonimato e la riservatezza del lavoratore e dei documenti prodotti è essenziale, considerando le possibili gravi ripercussioni. Il ruolo del datore di lavoro non si limita ad accogliere la denuncia, ma comporta l’obbligo di intervenire attivamente e prontamente.

Mancata tutela e ricorso all’ANAC

Qualora l’azienda non attivi un canale interno conforme alla normativa, gestisca in modo inadeguato la segnalazione o non dia seguito corretto agli obblighi previsti, il segnalante può rivolgersi all’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, per inviare le segnalazioni. In questi casi, l’ANAC verifica i motivi del fallimento del canale interno e può infliggere sanzioni economiche rilevanti alle aziende che non hanno ottemperato agli obblighi stabiliti.

Conclusioni

L’introduzione dell’obbligo del whistleblowing rappresenta un passo significativo verso una maggiore trasparenza e responsabilità all’interno delle organizzazioni. Tuttavia, la piena implementazione richiede un impegno concreto da parte delle aziende nel garantire canali di segnalazione sicuri e la protezione dei segnalanti. La corretta gestione delle segnalazioni non solo è legale, ma contribuisce anche a creare un ambiente lavorativo più etico e responsabile.

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